Transizione 5.0: la nuova industria che pensa al benessere
In un periodo storico in cui l’evoluzione tecnologica e sociale sono all’ordine del giorno, è necessario passare dalla semplice produttività al benessere delle persone e dell’ambiente. Come? Scopriamolo insieme.
Cosa cambia tra 4.0 e 5.0?
Se la Transizione 4.0 si basava principalmente sull’automazione, l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale e l’efficienza produttiva, la Transizione 5.0 va verso un approccio interdisciplinare basato su tre pilastri fondamentali che, al progresso tecnologico, integrano aspetti sociali e ambientali.
I pilastri
Per abbracciare questo approccio olistico in modo strutturato e coerente tra le diverse nazioni, la Commissione Europea ha delineato i tre pilastri fondamentali che devono essere alla base delle azioni di ogni azienda:
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Umanocentricità
L’uomo è al centro. Ciò significa che ci sarà maggiore attenzione alla qualità della vita e dell'ambiente di lavoro, con una collaborazione più stretta tra uomo e macchina. -
Sostenibilità
Un tema caldo come l’impatto ambientale dell’industria non può che essere cruciale in questa evoluzione, perciò verranno integrate pratiche sostenibili per ridurre l’impronta ecologica delle aziende. -
Resilienza
Ci sono sfide globali difficili, come il cambiamento climatico, ma per vincerle le imprese devono imparare ad affrontarle con spirito di adattamento e flessibilità.
L’impatto sulle imprese
La Transizione 5.0 segna l’inizio di un cambiamento culturale. Per questo le aziende devono migliorare e adeguare i processi produttivi in un’economia circolare che includa società e sostenibilità.
E a livello finanziario?
Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Urso ha annunciato che 12 miliardi di euro saranno destinati alla Transizione 5.0 nel biennio 2024-2025. Un rinnovato impegno da parte del Governo a sostenere le aziende in questa importante transizione ecologica e digitale.
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